Ieri è stato il mio compleanno e per farvi/mi un regalo ho voluto provare a fare qualcosa che non ho mai realizzato prima: disegnare un mio sogno.
Ho la fortuna credo, di fare spesso sogni veramente articolati e fantasiosi e ogni tanto riesco ancora, a distanza di giorni, a ricordarmene buona parte; forse perchè così particolari che a volte possono diventare dei veri e propri soggetti funzionali ad una storia.
Questa volta provo a rappresentarne uno fatto qualche giorno fa. Non credo di riuscire appieno a ricatturare lo stato d'animo e le emozioni che provavo in quel momento ma ci provo.
Chiedo scusa se i disegni non sono ultra dettagliati, anzi, a dirla tutta ho voluto apposta farli restare dei bozzetti disegnati velocemente; in questo modo, secondo me, almeno in parte, sono riuscito a mantenere quell'aspetto onirico che deve avere questo esperimento.
Vi presento
IL SOGNO DELL'ESSERINO ROSSO
Ero bello, con i capelli lunghi al vento, mossi dall'aria fresca della sera. Vestito solo di cenci svolazzanti, guardavo, dal balcone di quella che probabilmente era casa mia, la città, luminosa ed affollata. Tutto sembrava tranquillo quando ecco che qualcosa in lontananza attirò di colpo la mia attenzione.
Guardai in una direzione specifica: più o meno in un punto dove c'era un torrente che passava tra i palazzoni, notai un cespuglio. Era uno di quegli arbusti che lottano contro il cemento, che crescono robusti se nessuno si prende la briga di estirpare via. Proprio in mezzo a quel cespuglio c'era qualcosa che muoveva rumorosamente il fogliame.
Ecco che saltò fuori un'esserino a dir poco curioso, che avevo attirato la mia attenzione. Era completamente rosso, con un corpo simile a quello di un minipony; sulla schiena aveva un paio di alucce e al posto di una lunga coda teneva un ciuffetto di peli dall'aspetto soffice. La testa, al momento della sua comparsa, stava girata: era tonda, pelosa, con una punta prominente sul capo (che pareva, un poco, ad un teletubbie) e due grandi orecchie morbide, anch'esse a punta. Subito ne fui incuriosito ed attratto. La vera sorpresa però arrivò nel momento che si voltò verso di me! Rimasi esterrefatto dalla dolcezza che emanava il suo sguardo!...
L'istinto subito mi disse di andarlo a prendere; mi fece avvertire la sensazione di doverlo proteggere, forse perchè si era perso e non trovava più la strada di casa. Mentre assunsi una posa da supereroe mentre sta per balzare nel vuoto con un balzo mi fermai di colpo. Vidi una scena che mi fece capire di cosa aveva paura in quel momento l'Esserino Rosso: davanti a lui avanzava una figura imponente e barbarica, pallida e minacciosa (somigliava parecchio a Kratos di God of War, per chi ne ha intuito le fattezze). Stava puntando verso il piccolo animaletto, completamente terrorizzato da qualla presenza!
L'omone prese per un'aluccia il piccolo Esserino Rosso, ed incurante di quanto tenero, piccolo, dolce ed indifeso fosse, lo scagliò senza ritegno e con molto disprezzo verso il cespuglio da cui era sbucato poco prima.
In quell'istante scattai subito per soccorrerlo! Mi librai in aria, spinto dalla corrente come un aereo di carta ma veloce come un razzo... non ero più proprio umano, mi sentivo come un vampiro, una creatura della notte...uno spirito o qualcosa così (la sigla di Voltron qualcuno se la ricorda?). Mi diressi velocissimo verso l'arbusto, mentre l'uomo barbarico si era nel frattempo disteso sul cemento del muro a guardare la luna lontana. Di lui non mi importava, dovevo trovare quel piccolo Esserino Rosso, dolce e spaventato!
Mi misi a ispezionare tra le frasche, ma di quell'Esserino Rosso non vi era più traccia. Cercai e cercai ma niente, di lui si erano perse le tracce... trovai però li vicino un altro esserino: non era così tenero come quello rosso ma decisamente era altrettanto curioso. Era giallognolo, una sorta di lucertola ma con la testolina da squalo martello (con una pinna in cima); il corpo era piatto, si fletteva come una striscia di gomma morbida e sul dorso aveva tre protuberanze che sporgevano a forma di piramide. Gli occhi, gialli anch'essi, erano senza pupille e luminosi... pareva spaventato anche lui e se ne stava rintanato fermo, immobile, all'ombra.
"Bhè, non è il dolce Esserino Rosso" pensai " ma sembra anche lui bisognoso di protezione!"
Lo presi tenendolo con attenzione tra le mie mani e volai via, indietro verso casa. Una volta lì, lo lasciai libero di girare liberamente e lui scelse di rimanere a vivere con me, in una piccola nicchia nel muro.
FINE ^ç^